La Sardegna è una terra ricca di sapori autentici, dove ogni piatto racconta una storia antica. Tra le sue specialità più amate ci sono le seadas (o sebadas), un dolce tradizionale che incanta con il suo contrasto di sapori: il croccante dell’esterno fritto, il filante del formaggio e l’amaro del miele.
In questo articolo scopriremo:
- La storia e le curiosità delle seadas
- La ricetta autentica
- Come e quando gustarle al meglio

Origini e curiosità delle seadas
Le seadas nascono come piatto povero della tradizione pastorale sarda. Anticamente erano considerate un piatto unico, consumato soprattutto durante le feste o come sostentamento durante il lavoro nei campi.
- Il nome seada potrebbe derivare dal latino “sebum” (grasso) o dallo spagnolo “sebo”, riferendosi alla cottura in abbondante olio o strutto.
- In alcune zone della Sardegna, come il Nuorese, vengono chiamate “seattas” o “casglinettas”.
- Un tempo si preparavano con formaggi ovini stagionati, oggi si usa spesso un mix di pecorino fresco e ricotta.
La ricetta tradizionale delle seadas
Ingredienti (per 6 persone)
Per la pasta:
- 300 g di semola rimacinata
- 100 g di farina 00
- 100 g di strutto (o burro)
- 1 bicchiere d’acqua tiepida
- Un pizzico di sale
Per il ripieno:
- 300 g di pecorino sardo fresco (o un mix di pecorino e ricotta)
- Scorza di 1 limone grattugiata
- Un pizzico di zucchero (facoltativo)
Per la frittura e finitura:
- Olio di arachidi (o strutto) per friggere
- Miele amaro (di corbezzolo, preferibilmente)
Procedimento
- Prepara l’impasto: unisci le farine, lo strutto a temperatura ambiente, il sale e l’acqua poco alla volta. Lavora fino a ottenere un panetto liscio. Lascia riposare 30 minuti.
- Prepara il ripieno: grattugia il pecorino e mescolalo con la scorza di limone (e un cucchiaino di zucchero se vuoi attenuare l’acidità).
- Forma le seadas: stendi la pasta in una sfoglia sottile (2-3 mm) e ricava dei dischi di circa 10 cm di diametro. Al centro di ogni disco metti un cucchiaio di ripieno, richiudi a mezzaluna sigillando bene i bordi.
- Friggi in olio abbondante ben caldo fino a doratura.
- Sgocciola e servi calde, cosparse di miele amaro di corbezzolo, il vero abbinamento tradizionale.

Quando e come gustare le seadas
- A fine pasto: come dolce, soprattutto dopo un pranzo a base di carne arrosto o porceddu.
- A merenda: nella versione più semplice, senza miele, erano un cibo da viaggio per i pastori.
- Durante le feste: tipiche del Carnevale, oggi si trovano tutto l’anno nei ristoranti sardi.
Abbinamenti consigliati
- Vini: un Moscato di Sardegna dolce o un Vermentino secco per contrastare la ricchezza del formaggio.
- Alternative al miele: in alcune versioni moderne si usa zucchero e cannella, ma il miele amaro resta l’opzione migliore.
Conclusione
Le seadas sono un viaggio nei sapori autentici della Sardegna, un dolce che unisce semplicità e tradizione. Se visiti l’isola, assaporale in una trattoria tipica, oppure prova a farle a casa: il risultato sarà una vera festa per il palato!

Hai mai assaggiato le seadas? Qual è la tua versione preferita?
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